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Tutte le case vacanzeI Carnevali di Basilicata: paese che vai, sfilata che trovi
Diversi sono i paesi della Basilicata nei quali i preparativi per il Carnevale sono ormai al termine; parliamo in particolar modo dei centri dove la tradizione carnascialesca prevede la realizzazione di carri allegorici realizzati da valenti maestri cartapestai locali, aiutati dai tanti volontari, soprattutto ragazzi, che sentono e vivono il Carnevale in maniera attiva, contribuendo a mantenere in vita e a tramandare i segni identitari di una comunità.
Stigliano, comune montano della provincia materana, è uno dei paesi in cui, dal 1984, si realizzano originali carri allegorici di grandi dimensioni (alcuni possono raggiungere una lunghezza di 11 metri ed un'altezza di 8 metri) realizzati in cartapesta da sapienti mani locali; insieme ai carri sfilano per le vie del paese le tipiche maschere stiglianesi: la "Pacchiana" e il "Pastore", due personaggi della tradizione contadina che riportano alla mente momenti legati ad un nostalgico passato.
Un altro paese dove il Carnevale rappresenta un evento tra i più importanti e caratteristici della Basilicata è Montescaglioso; qui da 60 anni le antiche usanze si fondono con la modernità, creando uno degli eventi più attesi non solo dalla comunità montese, ma anche dalle località limitrofe. Anche a Montescaglioso si realizzano sontuosi carri allegorici realizzati da maestranze locali e volontari desiderosi di vivere e far rivivere i momenti più significativi della tradizione.
La sfilata di questi carri ha luogo in due diversi momenti del periodo di Carnevale, precisamente nelle due domeniche che precedono il martedì-grasso, mentre il cosiddetto "Carnevalone", festa tradizionale legata alla cultura contadina, si svolge proprio il giorno di martedì-grasso a partire dalle prime luci dell’alba, momento in cui ha inizio il lungo rito della vestizione. L'abito tipico è molto semplice ed è realizzato con materiale di riciclo, ossia con una notevole quantità di strisce di carta, giornali o anche con la plastica dei sacchi usati in agricoltura, che ricoprono completamente il corpo, dalla testa ai piedi. Un tempo i costumi erano realizzati con pelli di animali, ma il cambio di materiale per la sua realizzazione ha risentito dell’evoluzione e dei cambiamenti soprattutto nel mondo contadino.
Il lungo corteo viene preceduto da una figura legata alla mitologia greca e romana delle Parche e delle Moire (le responsabili del destino dell'uomo dalla nascita sino alla morte): la "Parca con U fus", un figurante vestito di bianco che fa roteare tra le gambe della gente il fuso, simbolo della ruota del tempo; seguono i portatori di campanacci, anch'essi mascherati da Carnevalone e la "Quaremma", la moglie del Carnevalone, vestita completamente di nero con un ampio scialle sulle spalle e con in braccio un neonato, "Carnevalicchio", che chiede offerte in natura e denaro. Alla fine del corteo, dopo una serie di figure, tra le quali anche un corteo nuziale ed altri personaggi che ogni anno si aggiungono ed arricchiscono l'evento, c'è il vecchio Carnevalone, una figura alquanto inquietante, con un pesante e nero mantello fino ai piedi e con un cappello dalla larga falda.
In tarda serata avviene il funerale del Carnevalone e, a mezzanotte in punto, dalla campana della chiesa Madre, si odono 40 lenti rintocchi che segnano la fine del Carnevale e l'inizio della Quaresima. Il giorno dopo, Mercoledì delle Ceneri, nei vicoli compaiono, appese ad una corda, le sette figure della "Quaresima", sette bambole di stoffa nera che vogliono ricordare a tutti gli obblighi che ogni buon cristiano deve osservare in previsione della Santa Pasqua.
Il Carnevale di Tricarico viene celebrato ogni anno, come mille o duemila anni fa, con il rito ancestrale della transumanza delle vacche e dei tori. Si parte dalla chiesetta di Sant'Antonio Abate per arrivare nel borgo del paese. Alle due maschere simbolo, simili a due guide spirituali, nel tempo si sono affiancate le figure del vaccaro, del massaro e dei suoi aiutanti. Questi ultimi, prima della sfilata, preparano il soffritto di carne di maiale e salsiccia (cibo utilizzato durante le transumanze degli animali da un paese all'altro), offerto ai figuranti e agli ospiti insieme al tipico formaggio podolico. Le maschere delle vacche sono di colore bianco con drappi colorati pendenti dal "cappello" che scendono fino alle caviglie. L'abito è completato da calzamaglie e mutandoni di lana, decorati da nastri dai colori vivacissimi. Le maschere dei tori, invece, sono di colore nero, come le calzamaglie, i veli, i foulard e i nastri, con pochi drappi rossi.
Durante il percorso della sfilata, spesso, i tori scappano dal controllo del massaro, inscenando l'accoppiamento con le vacche attraverso una vorticosa danza e mimando la monta. Intervengono pure i vaccari, che tengono lontani gli animali anche a colpi di bastone, cercando di far rispettare l'ordine di marcia secondo uno schema fisso. Per tutto il percorso della sfilata, ogni maschera suona il campanaccio creando un ritmo confuso e un'atmosfera caotica. Concludono la lunga carovana rumorosa le figure del conte e della contessa, le maschere che rappresentano le famiglie nobili al seguito del proprio bestiame durante la transumanza.
Le maschere di Tricarico, Montescaglioso in aggiunta a quelle di Lavello sono state protagoniste della Parata internazionale del Carnevale di Rijeka2020, la città croata cui Matera ha passato il testimone da Capitale Europea della Cultura insieme all'irlandese Galway.
La sfilata è una rassegna di gruppi carnevaleschi tradizionali e urbani, che con le loro maschere intendono fornire una panoramica sull'attualità. Un carnevale europeo molto caratteristico, basato su costumi storici e culturali ed elementi del folklore e della mitologia, in cui ognuno può essere ciò che vuole.
A questa speciale edizione del Carnevale hanno preso parte gruppi provenienti da diverse città, in particolare dalle Capitali Europee della Cultura e a rappresentare Matera 2019, grazie alla collaborazione fra la Rete dei carnevali lucani e la Fondazione Matera Basilicata 2019, sono state invitate le maschere antropologiche più antiche della Basilicata: la vacca e il toro di Tricarico, i Cucibocca di Montescaglioso, il Domino di Lavello.