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Tutte le case vacanzeAlla scoperta dei propri antenati: dal turismo genealogico a quello delle proprie radici
In preda alla curiosità si torna nei luoghi della propria infanzia, ricercando parenti che non si vedevano magari da anni. Poi si interrogano gli anziani per raccogliere informazioni sulla propria famiglia. Ancora si consultano archivi comunali e parrocchiali, oppure si sfogliano i giornali nella biblioteca civica per trovare qualche notizia sulle vicende familiari.
Molti ci prendono gusto e alla fine si trovano alle prese con l'albero genealogico della propria famiglia. Oggi la rete aiuta, con siti come www.myheritage.it, www.family-search.org e www.ancestry.it, oltre a numerose fonti consultabili on line, ma la ricerca delle proprie radici si trasforma facilmente in un'inedita forma di viaggio: il turismo genealogico. Un antenato emigrato potrebbe spalancare all'improvviso spazi sconfinati alla vostra ricerca. Per esempio potreste trovarvi a Ellis Island, la piccola isola davanti al porto di New York dove tra il 1892 e il 1954 passarono oltre dodici milioni di immigrati negli Stati Uniti, all'ombra della vicina Statua della libertà: quasi la metà della popolazione americana ha un antenato registrato qui. Gli archivi della piccola isola (disponibili anche in rete www.ellisi-sland.org) conservano i registri dei passeggeri dei grandi transatlantici che qui riversavano gli emigranti di terza classe.
Affine al turismo genealogico è il turismo delle radici, ovvero quando gli emigrati o i loro discendenti si recano in vacanza nel luogo d'origine della famiglia. Ovviamente interessa molto a un Paese di emigranti come il nostro: i discendenti degli italiani nel mondo sono stimati tra i sessanta e gli ottanta milioni, un'altra Italia che vive all'estero e che rappresenta un enorme potenziale in termini di domanda turistica. Mancano ancora statistiche, studi, strategie, investimenti per attrarre questi turisti, ma qualcuno ha drizzato le antenne.
La Calabria ha lanciato l'idea di rivolgersi direttamente con proposte specifiche alle persone emigrate e ai loro discendenti, invitandoli a tornare per recuperare e rafforzare il senso di appartenenza e l'orgoglio identitario. In genere i turisti delle radici sono soddisfatti del proprio viaggio in Calabria per l'accoglienza ricevuta dai residenti, la cultura locale e il cibo (male invece i trasporti). Per tutti il viaggio è stato un'esperienza coinvolgente e indimenticabile: conoscere luoghi di cui si è sempre sentito parlare a casa, imparare la lingua, approfondire la conoscenza della cultura locale e fare ricerche sulla propria famiglia, incontrando i familiari che vivono ancora in Calabria. La maggior parte per ora proviene dalla Germania e molti diventano poi ambasciatori della regione, all'estero poco conosciuta.
Il turismo genealogico si può coltivare in qualunque stagione, richiede più tempo che denaro e una buona programmazione (almeno sei mesi prima della partenza). Se siete troppo impegnati, diverse aziende sono a vostra disposizione. Investendo cifre considerevoli, dopo mesi di ricerche da parte di un esperto è possibile farsi organizzare un viaggio su misura: un autista personale vi condurrà a una riunione di famiglia con parenti sconosciuti, raccontata poi in un documentario girato da un operatore al seguito.