casevacanzebasilicata.it - News - Alla scoperta dei principali attrattori turistici di Basilicata in volo dalla Val d'Agri al massiccio del Pollino sospesi tra cielo e terra

Alla scoperta dei principali attrattori turistici di Basilicata in volo dalla Val d'Agri al massiccio del Pollino sospesi tra cielo e terra

Alla scoperta dei principali attrattori turistici di Basilicata in volo dalla Val d'Agri al massiccio del Pollino sospesi tra cielo e terra

Oggi le strutture del turismo sono il luogo dove la cultura e le emozioni si fondono, dove il viaggiatore si perde in un'esperienza indimenticabile. Un viaggio può diventare occasione per scoprire il territorio, valorizzare le produzioni enogastronomiche e conoscere tradizioni del passato.
La risposta turistica della Basilicata è fatta di macro e micro attrattori sparsi sul territorio dalla montagna alla spiaggia, dalla città alla campagna. Il «Volo dell'Angelo» è il primo di questi macro attrattori: nel cuore delle Dolomiti lucane con esso i curiosi provano l'ebrezza di un volo da una cima all'altra dei monti che collegano Castelmezzano a Pietrapertosa.
Agganciati ad un doppio cavo d'acciaio lungo 1.550 metri, si va, andata e ritorno, da un paese all'altro, da una vetta all'altra seguendo spettacolari guglie di roccia per 80 interminabili secondi. Arrivando nel punto di massima altezza a 450 metri dal suolo: un sogno per molti, un incubo per altri.
Il «Volo dell'Angelo» oggi è una certezza, gli altri macro attrattori che sono seguiti una scommessa a vincere. Come il «Volo dell'Aquila» di San Costantino albanese, un impianto sportivo per il tempo libero, che simula un volo in deltaplano. Dalla stazione di valle la fune trasporta «l'Aquila» nella stazione a monte: un viaggio nel cuore del Parco naturalistico più grande l'Europa, il Pollino, per amanti degli sport estremi ma anche per famiglie. L'ambiente, il sogno di Icaro ed i panorami mozzafiato.
Quelli che si scrutano seguendo a Sasso di Castalda, in pieno Appennino lucano, il «Ponte della Luna» il cui nome è un omaggio a Rocco Petrone, l'ingegnere della Nasa responsabile della missione Apollo 11 che il 20 luglio del 1969 portò il primo uomo sulla Luna. Definito il ponte tibetano più spettacolare d'Italia, sospeso nel vuoto a 120 metri d'altezza dal torrente sottostante, il viaggiatore spacca l'aria e, seguendo un percorso di 95 metri, raggiunge il rudere del castello che domina dall'alto quel piccolo paese fatto di strette case in pietra e balconi fioriti. All'arrivo, il visitatore scopre uno skywalk di vetro sospeso sul ponte e un belvedere da cui ammirare il panorama delle montagne circostanti, stando seduti sugli antichi ruderi.
Migliaia di persone l'hanno già attraversato ma il "Ponte alla Luna" è qualcosa di più di un'attrazione turistica. Percorrere i 600 gradini orizzontali oscillando lungo due le funi portanti in acciaio da 30 millimetri di diametro ed anima metallica indipendente plasticata, suscita emozioni vertiginose proprie del volo spaziale. Da qui l'omaggio di un piccolo paese di montagna a un suo grande figlio nato negli Stati Uniti da genitori costretti a emigrare nel 1921. Più ancora, è il simbolo di un riscatto, della capacità tutta americana di permettere ai migliori di affermarsi salendo la scala sociale fino ai livelli più alti.
Dalla Val d'Agri al Pollino: la natura resta lo scrigno da scoprire e valorizzare. Un tesoro variegato che, ad esempio, nel territorio di Viggianello, a pochi passi dalla Calabria, si svela con un nuovo progetto dedicato al ciclo dell'acqua, denominato «WaterLand Pollino», riprendendo l'idea di un orto botanico ad essere realizzato è un parco ludico-ricreativo, con tecnologia immersiva, alla scoperta dell'importante risorsa idrica.
Sempre sulla stessa scia è il «Bike Park» di Terranova del Pollino, struttura voluta per consentire ai bikers esperti una diversa fruizione del Parco naturale, attraverso vecchi sentieri e tratturi.
La promessa della Basilicata dei viaggi, però, è fatta anche di un macro attrattore «naturale»: quello della transumanza che la Regione intende candidare a patrimonio culturale dell'Umanità Unesco. Da maggio a luglio, infatti, sono 150 gli allevamenti bovini con circa 12mila capi che si spostano sui percorsi storici, verso la montagna, per portare i capi a pascolare in luoghi più freschi per poi invertire il percorso e rientrare, ai primi freddi.
Insomma, la scelta è varia e destinata ad arricchirsi; una vera scommessa sul futuro (turistico) della Basilicata.

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