casevacanzebasilicata.it - News - A Campomaggiore rinasce la "Città dell'utopia", il borgo nato nel 1741 e sepolto dal fango nel 1885

A Campomaggiore rinasce la

A Campomaggiore rinasce la "Città dell'utopia", il borgo nato nel 1741 e sepolto dal fango nel 1885

A partire da questo mese il sito di Campomaggiore Vecchio torna a vivere grazie alla realizzazione del progetto di valorizzazione artistico culturale «Campomaggiore, Città dell'Utopia - Il favoloso racconto della Città dell'Utopia, creazioni artistiche, narrazioni sonore, light design», frutto dell'impegno e della tenacia del Comune che ha reso possibile l'intera iniziativa la cui direzione artistica è affidata a Imagoverba.
Superando la sua connotazione di Borgo Fantasma e Città Utopica ha origine così un racconto di vite, luoghi e storia attraverso il linguaggio artistico contemporaneo. Il visitatore ne viene condotto alla scoperta grazie al posizionamento, di opere d'arte che assumono la duplice funzione di segno artistico e di oggetto di orientamento.
Durante il percorso 12 tavole, eseguite con la tecnica del fumetto, da Luca Raimondo, illustrano vari momenti del borgo, insieme a 12 grandi installazioni che ne riportano i segni salienti della sua storia, in audio, con una narrazione evocativa, a cura di Davide Rondoni, che restituisce sensazioni, umori, visioni, di una storia in qualche modo emblematica di tante comunità e di personali esperienze. Le grandi pietre di tufo su cui un tempo si ergevano la Cattedrale, il Palazzo Nobiliare, le grandi e piccole botteghe del villaggio, uniche superstiti di un microcosmo fatto a misura d'uomo, fanno da Ciceroni per il pubblico, narrando, la vita che essi sono stati costretti violentemente ad abbandonare.
Ad accogliere il visitatore una clessidra simbolo dello scorrere del tempo e due date: in alto 1741 data della fondazione, in basso 1885 data della frana. E poi i quattro elementi fondamentali della vita e dell'economia del borgo: il grano, l'olivo, la vite e il fico, rispettivamente simboli di prosperità, di pace, di abbondanza, di fertilità e generosità della natura. Conficcate nel terreno, le pale del forno di Don Gaetano, sentinelle di uno spazio la cui funzione era fondamentale per la comunità. Su tutto guardiana e testimone un'immagine della Madonna del Carmelo nei resti della Chiesa a Lei dedicata, sorgente di speranza e di rinascita per la comunità del borgo. Accanto il palazzo della famiglia capostipite, ad accogliere è la baronessa Marianna Proto artefice dell'atto di fondazione con il Conte Teodoro Rendina, promotore della crescita culturale e urbana del centro.
Tutto questo accadde nella metà del Settecento, dove per volere del conte Teodoro, Campomaggiore divenne un luogo (ideale) per 1600 abitanti, dove tutti avevano una casa e un lavoro con un tessuto urbano originale fatto di strade parallele e intersecate ad angolo retto e di case di uguale dimensione e fattezza: una vera e propria «Città Ideale», il cui fine del suo ideatore era quello di non far conoscere la povertà ai suoi abitanti motivo per cui prevedeva delle regole ben precise affinché tutto potesse funzionare nel migliore dei modi. Infatti, ogni contadino aveva diritto a un piccolo appezzamento di terra oltre a disporre di legname sufficiente per scaldarsi tenendo in considerazione che, per ogni pianta abbattuta, era necessario piantare tre alberi da frutto.
Le utopie furono però all'improvviso spazzate via dall'evento naturale di cui fu vittima, nel febbraio del 1885, l'intero borgo crollando sotto una frana che seppellì abitazioni e luoghi cittadini. A quanto si racconta, sembra che alcuni contadini fossero a conoscenza della tragedia che stava per abbattersi sul centro abitato. Ebbene sì, una leggenda infatti narra che a informarli sul pericolo imminente era stata la Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, protettrice di Campomaggiore, la quale predisse che, da lì a poco, ci sarebbe stato un evento drammatico per il paese, una frana che avrebbe distrutto l'intero borgo, portandosi via sogni irrealizzabili e idee utopiche.
Proprio oggi, il maestro Giovanni Allevi sarà ospite del borgo di Campomaggiore Vecchio con il suo concerto «Piano solo tour» previsto per le ore 21,30. Gli appassionati che seguiranno la serata musicale del maestro dovranno lasciare le auto a Campomaggiore e raggiungere a piedi il «Paese dell'utopia.

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